Caro Babbo Natale,
ti scrivo un po’ in anticipo quest’anno, scusa.
Il fatto è che il mio compleanno è già passato e non ho candeline alle quali chiedere un desiderio. Ma è vero che ogni candelina è magica? E se soffio su sette candeline posso esprimere sette desideri? Perché se è così al prossimo compleanno chiederò di avere novant’anni per poter esprimere novanta desideri.
Scrivo a te perché a Gesù bambino non credo. Cioè non è che non ci credo, è che la mamma mi ha detto che Gesù è una cosa da grandi e devo diventare grande prima di capire se ci credo o no. Devo dirti, caro Babbo Natale, che non mi sono mai chiesto se esiste per davvero questo Gesù, io al parco non l’ho mai incontrato e ci vado tutti i giorni a portare Willy, il mio cane.
Ti scrivo, Babbo Natale, perché ho paura.
Oggi a scuola la maestra ci ha raccontato che siamo in guerra. Ero così felice, io ci gioco sempre alla guerra. Mi metto il fango sulle guance e sparo con le mani. Le mie mani sparano, sai? Fanno “pum pum pum” velocissime, è bellissimo. Ci gioco anche alla playstation, uccido i cattivi sullo schermo fino a che non vinco. Non vinco sempre, però. Così ho chiesto alla maestra se alla guerra ci giocavamo in giardino o alla playstation ma lei mi ha detto che non si giocava. Ha detto che degli uomini cattivi hanno fatto del male a degli uomini bravi e che gli uomini bravi adesso vanno a fare del male ai cattivi per insegnargli che non si fa del male. Io non ho capito, non si possono parlare? Perché un buono deve diventare cattivo per dire al cattivo di fare il buono? Ma come si fa a riconoscere un cattivo? Secondo me ce l’hanno scritto sulle magliette come quel cattivone di Mattia che mi ruba sempre la merenda, lui ha la maglietta “cattivissimo me”, non puoi sbagliarti. Ma io a Mattia non rubo la merenda per dirgli che non deve rubarmi la merenda, gli dico di non farlo più, che è mia. Gliene do un pezzo se me lo chiede per favore. Lo giuro.
La maestra ha detto che questi cattivi spaventano i buoni e ci ha chiesto cos’è secondo noi la paura. Secondo me la paura è come la nebbia nel parco. Guardi l’altalena e di colpo tutto diventa bianco, io lo so che l’altalena è davanti ma non la vedo, ci sono le nuvole. La mamma però mi ha insegnato che quando c’è la nebbia basta contare fino a mille e poi arriva il Sole. Io però non so contare fino a mille ma è vero che arriva il Sole.
Non possiamo parlare con questi cattivi? La maestra ha detto che questi cattivi sono sordi, che non si può parlare perché non sentono neanche il rumore degli spari, il “pum pum”. Come se sparassero sempre per sentire nel cervello il “pum pum”. La maestra ha detto che questi cattivi, gli jihadisti, sono bugiardi. Perché prendono un libro molto bello come il Corano in cui c’è molto amore e lo trasformano in odio. E sono bugiardi perché gli jihadisti dicono di sapere la verità sul Corano, ma a me il Corano sembra un libro bello. La maestra ha detto che questi cattivi uccidono i loro fratelli, ne hanno uccisi più di tantissimissimi.
La maestra dice che è una guerra contro la paura, perché così né io né la mamma dobbiamo avere paura dei super cattivi perchè adesso hanno ucciso a Parigi, fuori dalla playstation.
Adesso tutti abbiamo paura, anche Alessandro che non ha mai paura nemmeno dei ragni. Adesso siamo tutti nella nebbia e non vediamo l’altalena. Ma la nebbia non se ne va se faccio “pum pum” con le mani. Così, Babbo Natale, posso chiederti un regalo? Puoi contare tu fino a mille che io non sono capace e fare uscire il Sole prima che qualcuno faccia pum pum con le pistole vere? Io non voglio avere paura, io voglio il Sole. Vorrei, volevo dire vorrei. L’erba voglio non esiste neanche nel giardino del Re dice sempre la maestra. Ma io il Re non l’ho mai visto e neanche il suo giardino.
Carlo
pic by Jam Cermelj (jancermelj.com )