Non avere fretta.

Ci sono frasi che ti si attaccano dentro non sai nemmeno bene come. Vien da chiedersi se sia una questione di nodi, come se tutte le frasi che ascoltiamo cercassero di legarsi alle nostre sinapsi, ma solo alcune sapessero fare nodi da marinai, di quelli che si sciolgono solo quando lo decidi tu. Allora la nostra mente è davvero un porto di mare, noi vi facciamo entrare tutto e la selezione vien da sé. Ci sono frasi che ti si attaccano dentro e invecchiano con te.  Sono quelle che la notte a volte tornano, e t’addormenti col sorriso.

Sì, parlo proprio di quella frase che mi dicesti tu. No, sono sicura che non mi stai leggendo a meno che io non scriva da Dio, a meno che anche in paradiso prenda il wi-fi. Nel caso, la password è sempre la stessa.

Non avere fretta. Ci ho provato spesso ad ascoltarla. Non avere fretta. Avevi ragione, dannatamente ragione. Mi arrabbio sempre meno, conto fino a dieci prima di agire. Fino a cinque. Va bene, a volte solo fino a tre ma apprezziamo lo sforzo. E poi non scendiamo nel dettaglio, sai che ho sempre odiato i puntini sulle “i”, se ne stanno in alto a vigilare su quello stelo e si credono chissà chi. Vorrei incontrare un puntino e dirgli che io la “i” riesco a leggerla benissimo anche senza di lui, che scenda pure da quel piedistallo.

Non avere fretta. Giuro che mi sono impegnata, ma continuo ad impostare le lancette cinque minuti in avanti per non arrivare in ritardo. E sono talmente tonta che me ne dimentico e penso che il mondo viva cinque minuti indietro.

Nessuno mi ha mai fatto gli auguri di buon compleanno a mezzanotte, sempre almeno a mezzanotte e cinque. E in quei cinque minuti ci concentro la solitudine nel realizzare che il mondo ancora non si è accorto che sono un anno più vecchia, che ho almeno due nuove rughe d’espressione, che ho stappato lo spumante da un pezzo. Poi tutto passa, e io sorrido con un anno e cinque minuti di vita in più.

Non sei fatta per il quotidiano.

Avrei anche da ridire, sono una persona molto costante: faccio tre pasti al giorno tutti i giorni, il caffè al bar la mattina è la mia unica religione, dormo tendenzialmente tutte le notti.  È impossibile dire che non si è fatti per il quotidiano, un po’ come andare da un pesce e dirgli “bè non è che nuotare sia il tuo forte”. Non esiste, lo è per natura.

Dovrei smetterla di attaccarmi al significato letterale delle parole, dovrei guardare più lontano. Sarebbe così banale sottolineare che sono miope che ho deciso di non farlo. Che mossa astuta, no? Però in fondo è vero, in un certo senso non sono fatta per il quotidiano. Ho anche discrete difficoltà a scrivere la parola “stabilità”.

Vedi bene che nemmeno nel camminare l’equilibrio è il mio forte, possono testimoniarlo i miei sei tutori, la vecchia che mi ha soccorsa svariate volte sotto casa, la farmacista che si è comprata la casa al mare a forza di vendermi creme all’arnica.

Forse è vero, non sono capace di stare ferma. Mi muovo, faccio, disfo, viaggio, leggo, scrivo, strappo, inizio, devio, cambio, ricambio, salto, cado.

È un po’ come se l’equilibrio fosse la meta ultima, ed io non riuscissi mai a raggiungerla. Mi pongo obiettivi che so essere impossibili ed inizio a correre come una dannata, senza sosta. Corro, corro, corro fino al bivio. Se la lepre è troppo lontana mi fermo a riprendere fiato e aspetto qualcosa di nuovo, se la vedo ad un passo da me mi volto e inizio la fuga divertita.

Io e l’equilibrio flirtiamo senza mai concludere. Siamo due profumieri non v’è dubbio. Il problema non è il gusto della conquista, il problema è che tu, cara stabilità, non mi piaci abbastanza. Vorrei davvero poterti dire adesso che non è colpa tua, che sono io, che tu sei stupenda ed io mi pentirò di questa scelta. Ma la verità, la mia verità, è un’altra.

È che il giusto mezzo a me non basta, io voglio l’intero. È che anche il fiume prima di diventare pacato e sereno è stato cascata violenta ed energica. È che se tu sei la mia nuova alba, io adesso ho voglia di vedere quant’è buia la notte.

Ti dedico parole come di un innamorato, ti chiedo il tuo tempo. Ci sono frasi che ti restano dentro.

Ed allora io sono ad implorarti di aspettare, a pregarti di non avere fretta.

Non preoccuparti, sai bene che arriverò cinque minuti prima.