È la trentesima volta che compio gli anni.

E sono trenta, chi l’avrebbe mai detto. Quando ero piccola credevo che i quindicenni fossero vecchi, poi ho iniziato a pensare che solo coi diciotto si diventasse grandi. A ventitré credevo che a trent’anni ci sarei arrivata diversamente. Credevo che sarei stata una donna realizzata sotto ogni aspetto, ricca, felice e di successo. Non che abbia troppo di cui lamentarmi, ci mancherebbe. È ovvio qualche zero in più in banca farebbe comodo a tutti, ma va bene anche così. Insomma ho capito che man mano che si cresce s’invecchia più tardi, che si diventa grandi tra qualche anno, un po’ come le diete del lunedì. È banale, no, iniziare la dieta il primo giorno della settimana? Propongo di farlo di mercoledì, una media perfetta tra lavoro e weekend. Propongo di decidere di crescere a metà della decina, di fare i propositi per l’anno nuovo a ferragosto.
Stavo pensando al liceo, alle prime ciucche, ai primi amori che ti spezzano il cuore come un ramo secco. Stavo pensando a quanto fosse facile quando l’unico problema era essere bella, prendere un bel voto a scuola.
Ricordo l’università, l’erasmus, i sogni che ho vissuto e quelli che vedo solo la notte quando chiudo gli occhi. Era davvero perfetto ma, si sa, non c’è nulla di eterno.
Bacerei ognuno di voi,amici miei. Bacerei chi mi è sempre stato accanto, chi ha abbandonato il nostro cammino per seguire nuove strade, chi si è aggiunto per strada e non lo scolli più. È strano a pensarci ma tutti, nessuno escluso, avete apportato qualcosa alla mia vita, fosse anche un sorriso o una lacrima amara. Da piccola pensavo che a trent’anni la mia vita sarebbe stata già scritta, che non avrei avuto più nulla da scoprire e invece adesso che trent’anni li ho tutti,  bè adesso penso che sia appena cominciata.
Ho imparato a seguire i miei sogni senza illudermi, ho imparato che devi sudare per essere felice, che l’amore non basta a se stesso. Ho imparato che con un paio di cocktail siamo tutti più saggi, che quando siamo soli abbiamo tutti più paura. Ho imparato che non voglio fermarmi,costruirò fondamenta solide per i miei castelli in aria.
È la trentesima volta che compio gli anni e ho imparato, soprattutto, che io qui ho ancora molto da imparare. Per fortuna.

Buon compleanno Lauretta.

Manifesto per te.

Oggi non lavoro, oggi non studio, oggi manifesto per te.

Tu mi dirai che ascolto troppo quel gruppo di vecchi, i Bandabardò, e hai ragione.

Se mi rilasso? In realtà non saprei dirti, è troppo tempo che non lo faccio.

Scendo in piazza con i cartelloni, ci scrivo “conosci te stesso”.

Un bel gioco dura poco ed il marketing, in amore, non so a quanto serva.

Anzi guarda in questa manifestazione io ti faccio psicologia inversa, ti sbatto in faccia i miei difetti e tu scoprirai di amarli tutti, uno ad uno, come io faccio coi tuoi.

Sarebbe troppo facile dirti perché dovresti amarmi, sarebbe troppo ermetico un elenco vuoto.

E quindi eccoti qui il perché tu dovresti ridermi in faccia, ed eccoti qui perché non lo farai.

Non sono testarda, devi solo usare le parole giuste per convincermi a cambiare idea.

Amo litigare, proprio mi piace a livello viscerale. È che credo che la rabbia elimini ogni maschera, quando perdi il controllo riveli chi sei. Ed io mi sono innamorata perdutamente dei tuoi nervosismi. È bellissimo vedere il fuoco che nasce piano piano fino a che non riesci più a tenerlo, fino a quando i tuoi occhioni si accendono di luce pulsante anche se il meglio, si sa, è fare pace.

Sto sempre sulla difensiva. Da grande stratega quale sei, tu stesso m’insegnasti che la miglior difesa è l’attacco, chiediti ora perché a volte sento il bisogno di essere velenosa.

Me ne vado. Quando ho paura, me ne vado. È strano sai, mi capita solo con le persone. Sul lavoro per me esistono solo sfide, è quando incrocio sguardi cupi che inizio a tremare.

Non bevo vino scadente. Se ci pensi è un bel problema, però proprio non ce la faccio, piuttosto ceno ad acqua.

I calzini spaiati sono all’ordine del giorno. Neanche il mio cassetto dell’intimo riesce a sostenere una relazione stabile.

Ti amo. Questo poi è proprio il difetto peggiore, quello che sono anni che t’imponi di non vedere, di superare, d’ignorare. Io ti giuro che litigo un decimo di quanto facevo un tempo, ho imparato a fidarmi delle persone anziché partire prevenuta, le mie gambe non hanno più voglia di correre senza contare che ho, addirittura, bevuto un vino che anche per cucinare sarebbe stato imbarazzante.

Non ho mai smesso di amarti.

Sono qui, oggi, davanti alla tua università aspettando che tu esca da lezione e ho questo cartello in mano.

Conosci te stesso.

Mi sono organizzata, ho uno zaino da campeggio con tenda, fornellino e viveri in abbondanza per una settimana.

Io sto qui e non mi muovo. Se piove forse mi prenderò un raffreddore ma non m’importa perché mi si gonfieranno i capelli e tu potrai prendermi in giro dicendo che sembro una pecora pronta per essere tosata. Amo quando mi prendi in giro.

Conosci te stesso e scava a fondo, scava come questo chiodo tra i san pietrini.

Io, oggi e domani, sono qui ad aspettarti.

Manifesto per il tuo amore, questo è il manifesto del mio amore.