Diecisamente no.

Sono anni che prendo appunti. Osservo, guardo, studio e prendo nota. Non che abbia uno scopo particolare, è solo che certe persone mi divertono. Dalle mie ricerche, dai racconti di amiche, amiche di amiche, cugine di secondo grado del giornalaio della mia amica, sono finalmente giunta ad una conclusione: noi donne siamo snob. Si perchè è vero che in fondo tutte vorremmo innamorarci, avere un uomo che ci apprezzi per quello che siamo (il che significa trovarci delle fighe da paura anche alle otto del mattino col pigiama di snoopy), solo che vediamo dei difetti in ogni singolo uomo che tenta di avvicinarci. “no cioè hai visto quello ha il sopracciglio destro che è una roba indecente”, “oddio questo non sa recitare a memoria l’odissea in lingua originale, cioè ma puoi?”. Poi però ci sono volte in cui abbiamo ragione. Ci sono volte in cui ti chiedi cosa esattamente sia andato storto con la selezione naturale, in cui pensi che due euro per un preservativo i genitori potevano anche spenderli. Ecco ho focalizzato la mia attenzione su quei soggetti di sesso maschile che ci proverebbero anche con il tuo barboncino solo perchè è femmina. Ho raccolto quelli che mi hanno maggiormente colpita. Certo poi non sono tutti così, non bisogna fare di tutta l’erba un fascio, ma per adesso il politicamente corretto me lo dimentico.

1) IL BIBLIOTECARO

Solitamente finto intellettuale, finto hipster, finto magro, finto e basta. L’unico motivo per cui frequenta aule studio e per cui è ancora iscritto all’università, nonostante sia fuori corso dai tempi dell’asilo, è trovare un po’ di Pilu.

Gran maestro della seduzione, il bibliotecaro passa intere giornate nelle aule studio per osservare la fauna locale. Lo si può riconoscere perchè sono tre sessioni consecutive che studia lo stesso libro sempre alla stessa pagina. Lui è un osso duro, non demorde. Mentre gli passate accanto tenterà di penetrarvi col suo sguardo misterioso quanto l’acqua calda.

Dopo ore ed ore di questi intensi e solitamente immaginari giochi di sguardi riesce a strappare un caffè a qualche santa donna, che in realtà si scopre essere sua sorella.

Disperato ma lo apprezzo per la tenacia. Bravo.

 

2) IL FUMATORE OCCASIONALE

Vi vede, vi ama.

Mentre voi placidamente vi accendete una sigaretta pensando ai fatti vostri o inveendo contro i pulman sempre in ritardo ecco che spunta lui: il fumatore occasionale.

Famoso per la sua astuzia, pensa di conquistarvi dicendo “scusa c’hai na siga che le ho finite?” quando è evidente che la sola vista di una “paglia” gli provoca una polmonite. Un’annotazione gioia santa: non è galante iniziare una relazione facendosi offrire le cose. Nonostante rimanga oscuro il motivo per cui pensa che fumare una sigaretta con voi lo renda già l’uomo della vostra vita, vi divertite a vedere come cambia colore il suo viso ad ogni tiro, sempre che non gli venga una crisi d’asma prima della fine.

Dieci più per il coraggio, si denota scarsa furbizia. Credi più in te stesso, puoi fare di meglio.

 

3) L’ATTACCA BOTTONE

Non ha un luogo di caccia predefinito.

L’attacca bottone colpisce all’improvviso. In piscina, al mare, in bagno, durante un esame, al parco mentre state dormicchiando sotto il sole. Il più delle volte non ha particolari tratti che lo contraddistinguano. 

Prima che apra bocca, s’intende.

L’unica difesa è scappare prima che sia troppo tardi, prima di essere investite da un tir di parole il cui senso logico non sempre risulta di facile intuizione.

Molte industrie farmaceutiche lo hanno inserito tra le prime cause di emicranie. Se trovate il tasto off, scrivetemi.

 

4) OCCHI DA ORIENTALE

In metro, per strada, in un bar. E’ lui, bellissimo.

Dopo uno sguardo già vi fareste spogliare e al primo sorriso sognate i nomi della vostra imminente prole.

Aveva ragione Woody Allen : “incontrerai l’uomo dei tuoi sogni”.

Mentre vi perdete nei vostri pensieri, tuttavia, non vi accorgete che il vostro Lui è sceso tre fermate fa.

“occhi da orientale” entra di diritto nelle mie conclusioni solo perchè ogni donna sogna di essere rimorchiata dal “figaccione della metro”. Si caro figone, tu ci vai bene anche se non sai l’Odissea.

Complimenti alla mamma.

 

 5) OCCHI DA CERNIA

Molto simile ad uno scorfano, occhi da cernia vi punta e non vi molla più.

Non parla, non si muove, lui FISSA. Solitamente ha occhiali con lenti così spesse da far invidia ai fondi di bottiglia.

Inutile tentare di liberarsene facendo smorfie, è insensibile ad ogni vostro sotterfugio. A volte sbava letteralmente.

Amore santo basta, basta.

 

6) IL PALPEGGIATORE

Molesto quanto basta, solitamente è un conoscente.

Parlare senza toccarvi in continuazione sembra per lui una mission impossible.

Più voi arretrate per togliervi le sue sudaticce mani di dosso, più lui avanza verso di voi tentando di cingervi le spalle per assicurarsi, forse, che i vostri bicipiti siano sempre al loro posto.

Ora carissimo vorrei illuminarti su una cosa molto semplice: non è che se mi chiedi come sto soffocandomi tra le tue braccia io credo che tu mi voglia più bene. Non è che se mi chiedi “allora, un caffè?” con la tua mano sulla MIA spalla io ti dico sì, e non è che otterrai super poteri dal costante contatto con la mia pelle.

Stai nel tuo o comprati almeno un antitraspirante da mano.

 

  1. L’UOMO CHE SUSSURRAVA ALLE DONNE

Questo è senza dubbio uno dei più celebri ed odiati. Potreste indossare un burka, un pigiama a fiori o un vestito sadomaso, poco importa.

Il sussurratore fa apprezzamenti su ogni singolo esemplare di sesso femminile che incrocia.

L’eleganza non è certo la sua maggiore qualità.

Solitamente le sue dolci frasi “hey bella gnocca” o l’ever green “mmmm non sai cosa ti farei”, sono accompagnate da quello che, nonostante sembri un tic nervoso, è un tentativo di occhiolino.

Un duca d’altri tempi, un esibizionista mancato, uno a cui spaccheresti il muso a suon di “ecco invece cosa ti farei io”. Rimane tuttavia ottimo per allenarsi a lanciare occhiatacce.

 

8) IL DISCOTECARO

Apparentemente innocuo mentre passeggia per strada (le sue rare uscite diurne sono per lo più dovute all’approvvigionamento di gel effetto bagnato), l’ingresso in discoteca lo cambia radicalmente.

Come un Sansone moderno, la brillantina sulla chioma gli dona un potere ed un fascino che, purtroppo, solo lui si vede.

Il suo classico approccio è “il gufo”.

Si posiziona alle vostre spalle ammiccando e tentando, con molta classe, di farvi conoscere i paesi bassi anche se, l’unica cosa sotto il livello del mare, è il vostro entusiasmo.

Uno stile inconfondibile ma non infallibile perchè in fondo tutte con un paio di gin tonic ci riscopriamo delle tamarre da competizione.

 

  1. L’APPOGGIATORE

    Simile al discotecaro, se ne discosta tuttavia per i luoghi di caccia.

Innamorato della “belva” che crede di avere tra le mutande, ogni occasione è buona per far “sentire” al genere femminile “cotanta” prestanza.

Una semplice discesa dalla metro o da un bus diventano l’occasione perfetta per l’intramontabile Appoggino, seguito da un sorriso malizioso.

Caccia ovunque e segue una legge liberamente ispirata a Gianni Morandi, “una su mille me la dà”.

Io, nel dubbio, gli darei una botta in testa.

 

10) IL PROFESSIONISTA

Di gran lunga il migliore, l’insuperabile, l’ineguagliabile è il professionista.

Viaggia sempre in coppia, lui e il suo ego.

Convinto non solo che non esista donna che non si possa sedurre, crede fermamente di essere lui l’unico uomo in grado di farlo.

Tendenzialmente ben vestito, ciò che lo contraddistingue è l’atteggiamento.

Avanza con passo sicuro come se dieci ancelle stessero spargendo petali di rose sul suo cammino.

I suoi occhi mentre provano a penetrarvi già dicono “sei mia”.

I suoi gesti, studiati nel minimo dettaglio, vorrebbero continuamente alludere alla sensualità più sfrenata. La sua voce è seta che vi avvolge. O forse no.

L’unico modo per liberarsene è fargli notare i capelli fuori posto o, meglio ancora, quell’antiestetico brufolo in centro fronte.

Invidio tuttavia la sua sicurezza nei mezzi di cui dispone, bravo.

Mi rendo perfettamente conto che questo scritto è utile quanto i volgari commenti del maniaco all’angolo della strada. Tuttavia ciò non lo rende meno vero. Rinnovo l’appello al figaccione della metro: se ci sei, scrivimi.

Cinema metropolitano

Parigi, linea 10 fermata Cardinal Lemoine.

Non è molto affollato il vagone : una coppia di colore che sembra uscita da un video di Snoop Dogg limona durissimo in fondo a destra, un rabbino legge un testo religioso forse per esorcizzare la carica sessuale dei due amanti, una mamma col passeggino cerca di calmare quella belva di suo figlio che di stare zitto proprio non ne vuole sapere, due ragazze coi nasi all’insù parlano di un loro compagno di classe di cui sono entrambe perdutamente innamorate ma che ovviamente non ne ricambia neanche una.

Siamo tutti apparentemente immersi nel nostro mondo e ciò che vorremmo è semplicemente arrivare il prima possibile a destinazione.

Mentre continuo a guardare nervosamente e quasi in modo ossessivo l’orologio dando la colpa del mio ritardo ai trasporti pubblici, un francese tutto sorridente sale e si lascia più o meno dolcemente cadere su uno dei tanti sedili vuoti.

Lo guardo di sfuggita assorta come sono dalla mia ansia di non arrivare in tempo.

Non sembra avere nulla di particolare: una giacca marrone, dei jeans anonimi, capelli normali, né alto né basso, né bello né brutto (si ok era bruttino ma ci tenevo ad essere delicata). Si guarda intorno e sorride, apre la sua tracolla e tira fuori una scatola di pop corn. Mi strofino gli occhi incredula e ora ne sono certa, quelli sono pop corn caramellati. Si sistema come al cinema e inizia a sgranocchiarli osservando noi, i suoi casuali compagni di viaggio. Di un solo misero viaggio in metro.

« o è pazzo o è un fan sfegatato di Bukowski » penso.

« la gente è il più grande spettacolo al mondo. E non si paga il biglietto », quando si dice prendere una frase alla lettera.

Il rabbino sembra non notare nulla mentre a me viene da ridere e da saltare in piedi sui seggiolini urlando “oddio ma quest’uomo è un genio, un genio dio mio”. Forse lo è inconsapevolmente ma non ha alcuna importanza.

Mi guarda incuriosito mentre io mi immergo goffamente nella borsa, manco avessi l’Oceano Indiano a tracolla, in cerca di carta e penna per annotare questa stranezza.

« non capita tutti i giorni di vedere uno che mangia i pop corn in metro e che osserva gli altri in cerca chissà poi di cosa », « non capita tutti i giorni di vedere una ragazza che ride di gusto da sola frugando, con tanto di testa dentro, nel caos della sua borsa » sembriamo dirci mentre furtivamente ci guardiamo in silenzio. Finalmente trovo uno scontrino ed una matita e inizio a scrivere “bukowsi, metro, brutto, limone duro, rabbino, pop corn, pop corn in metro, mangiare pop corn in metro, mangiare pop corn in metro studiando i passeggeri”. Per fortuna per il mio conto in banca è solo la ricevuta di un caffè dunque finisco subito lo spazio. Continuiamo a guardarci cercando di capire se è lui o sono io quella stramba e le nostre risposte non sembrano coincidere.

Scendo dopo poche fermate, non prima di avergli sorriso : siamo stati per alcuni minuti i reciproci protagonisti dei nostri spettacoli anche se, caro Charles, devo darti torto.

Il biglietto, nonostante fosse quello della metro, l’ho pagato eccome.

Odio relativo

Io non odio nessuno e questa è una bugia.
Odio quelli che in metro si appoggiano contro i seggiolini mobili senza sedercisi.
Io sono stanca e tu, tamarro da tre soldi che fingi di non accorgerti del mio sguardo gelido, stai lì indeciso sul da farsi: sedersi o non sedersi, essere o non essere?
Come se non avessi il coraggio di andare fino in fondo lasciando sempre le cose a metà.
Tiro ad indovinare: tu sei quello intelligente che non si applica, quello che la rincorre ma quando la guarda negli occhi scappa, quello che a monopoli non costruiva mai alberghi perchè costavano troppo e poi metti che non ci passa nessuno, quello che al posto della birra ordina una panachè.
Uno che va in palestra ma non per farsi i muscoli, quello che fa il bagno in mare ma solo fino a dove tocca, uno che mangia gli spaghetti aglio olio e peperonicino ma mi raccomando con pochissimo piccante e magari senza aglio, uno che fa sesso sempre a luce spenta. 
Toccare ma non guardare, guardare ma non toccare, appoggiare ma non sedersi.
Ad ogni permissione corrisponde una proibizione uguale e contraria, mantieni un equilibrio innaturale e infatti io rido quando la metro si ferma bruscamente e tu cadi, cioè quasi cadi, sia ma che porti a termine qualcosa.
Finalmente scendi guardandoti fugacemente intorno sperando che qualcuno, ma non molti, ti abbia notato.
Mentre ti avvii all’uscita con passo mediamente veloce e mediamente lento, penso che peggio di te ci siano solo quelli che guidano col cappello, quelli che vanno ai 50 all’ora anche in autostrada, quelli che passeggiano in mezzo alla strada mentre tu hai cinque minuti per attraversare la città, quelli che non hanno ancora capito che se hanno paura di mettersi alla guida possono prendere i mezzi pubblici, quelli che solo perchè hanno il suv non rispettano i ciclisti.
In breve, da buona italiana, odio tutti quelli che anche solo lontamente potrebbero intralciare la mia strada quando sono di fretta senza dimenticarmi di detestare quelli che corrono mentre io faccio la turista.