Sorridi, sei in metro.

Fa caldo, di quel caldo umido che ti si appiccica addosso.  Il metrò è affollato ma son riuscita a trovare un posto a sedere. Quaggiù si vive di sguardi rubati, di nervosismi, di orologi consumati dalla fretta. Un sorriso, quello, è merce rara, una perla nera.
Davanti a me un uomo non la smette di guardarmi le scarpe manco avessi un paio di Jimmy Choo, sono solo Converse tesoro.
Una donna urla al telefono, suo figlio ha preso un altro brutto voto a scuola.  Un’anziana signora gioca col cane, ovviamente il vicino è inorridito dal terrificante e ferocissimo cocker, cos’ è in fondo un dobermann al suo confronto? Qualcuno stamattina ha dimenticato il deodorante ma per quante volte tu abbia già sentito quell odore, non ci puoi fare l’abitudine. Mai.
C’è uno strano silenzio. Qualche cigolio, la voce che annuncia le stazioni, uno strarnuto soffocato in un fazzoletto cifrato. 
L’uomo che mi fissava le scarpe di colpo guarda un punto indefinito e scoppia a ridere così, dal nulla. Ora può sembrare normale, a chi non capita di sorridere mentre si pensa a qualcosa di divertente? Il fatto è che è successo lì, nel regno dell’indifferenza, nella culla della solitudine condivisa, nel putrido vagone di un metrò.
E quest uomo aveva davvero dentro il sole in un luogo dove la luce naturale non arriva mai. Abbiamo forse tutti bisogno di qualcuno che sorrida per primo, che distrugga un tabù metropolitano, che rischiari i nostri sguardi bui. Perché poi, in fondo, lo sanno tutti che la risata è contagiosa tipo l’influenza. Pensa che bello se i giornali titolassero ” pandemia di risata, non vengono risparmiati nemmeno quelli senza denti, nemmeno quelli con l’apparecchio”. Pensa che bello se di colpo un intero vagone sorridesse perché un tizio a cui piacciono le mie converse non la smette di ridere da tre fermate.  Pensa che bello essere lì e per trenta secondi riuscire a dimenticare che i soldi sono finiti, che il lavoro non ti soddisfa.  Pensa che bello essere lì e  riuscire a pensare solo che sei pieno di luce.

4 pensieri su “Sorridi, sei in metro.

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