Tu ci credi ai miracoli ? Io si. Hai mai pensato al destino ? Io si. Ti sei mai fermato a riflettere mentre andavi di fretta ? A volte, io si.
Tu pensa a che regalo ci ha fatto la sorte oggi. Tra tutte le combinazioni possibili al mondo, tra tutte le teste che popolano il mondo, oggi ci siamo io e te.
Io e te nello stesso emisfero, nello stesso continente, nello stesso paese, nella stessa capitale, nello stesso metrò. Andiamo pure nella stessa direzione, che caso no ?
Ho controllato, passa un treno ogni due minuti. Ho contato, ci sono sei vagoni. Ho verificato, ci sono quattordici linee metro, quattro linee RER e infiniti bus. Eppure, io e te, siamo qui.
La gente pressa così tanto che non avere un ottimo deodorante diventa attentato alla pubblica sicurezza. Il tizio accanto a me ascolta r’n’b di terza scelta e se non abbassa quel dannato volume diventerà sordo prima dei trent’anni. Io e te invece niente cuffie, sappiamo ancora ascoltare il rumore della gente.
Ma ti rendi conto del caso ? Guarda che se ci pensi è incredibile, sono qui solo perchè ho perso di un soffio il treno prima e dio, che fortuna averlo perso. Ora tu mi guardi e mi sembra che non ci sia nessun altro nel vagone. Tu mi guardi e io penso che è stata una pessima scelta non mettere un velo di trucco. Avrai notato le mie occhiaie, sembro un panda. È che sono stanca, normalmente non le ho. Ho dormito male, capita sovente. Mi perdo nei pensieri e non ne esco più. O forse, semplicemente, bevo troppi caffè. Sarà che sono nervosa. Un bella cazzata essere nervosi e bere caffè sperando di rilassarsi. Un po’ come lamentare una tendinite e andare a correre la maratona di new york. Un po’ come aspettare un tuo sguardo e abbassare gli occhi quando lo vedo.
Sullo stesso vagone, cioè è pazzesco, assolutamente pazzesco. Averti qui davanti a me è l’equivalente di un assetato che trova un’oasi nel deserto. Senti allora che dici, lo sfruttiamo questo miracolo della statistica, questo capolavoro del Caso ? Io scendo alla prossima, vieni ? Facciamo un gioco : io scendo e non mi volto prima dell’uscita, so già che ti troverò lì. Vero ? Conta fino a tre e buttati nel vuoto, buttati sul marciapiede mentre le porte suonano e la giacca per un soffio non rimane impigliata. Battimi sulla spalla e sorridimi, non è difficile. Ti accetto anche senza cavallo non preoccuparti. Mostrami il tuo regno, a cosa pensi quando piangi ?
Tre, due, uno.
Le porte si chiudono, sono fuori. Non resisto a non voltarmi fino all’uscita. Mi giro subito, in fretta, con la sicurezza di chi sa cos’ha alle spalle anche se paradossalmente sei il mio futuro e non il mio passato.
Non ci sei, il treno è ripartito. Non ti vedo, ti cerco tra la folla che va controcorrente al nostro destino.
È un attimo, è un flash. Era tutto nella mia testa.
È che a volte, sovente, molto spesso, la maggior parte del tempo, quasi sempre, non do voce ai miei pensieri. Me li chiudo nella testa a doppia mandata e il massimo che riesco a fare è metterli nero su bianco. Perchè li vedo e li controllo. Lasciarli andare con un po’ di vibrazioni e qualche molecola d’ossigeno non fa per me. Lasciarli andare come ho lasciato andare te, non fa per me.
Bellissimo. ..
Grazie!
Oh, io ringrazio te. Leggere qualcosa di bello la mattina fa solo che bene. .:)