Alla fine non c’è fine

Ho sentito dire che la vera magia di un film o di un libro è la non conclusione, la democratica scelta di lasciare che sia lo spettatore o il lettore a decidere che fine mettere.
Abbiamo un bisogno viscerale di avere sempre l’ultima parola manco l’intero film dipendesse dalla nostra umile opinione ?
O forse non abbiamo il coraggio di accettare le cose semplicemente per quel che sono : lui muore, lei si risposa, la trottola cade.
Vorremmo plasmare il finale in base ai nostri bisogni, immaginare ciò che più ci piace proiettato sullo schermo senza arrenderci al naturale corso degli eventi.
Siamo dei rivoluzionari della fantasia che lottano contro un regista o uno scrittore anzichè occuparsi della propria personale storia.
È inaccettabile, totalmente inaccettabile, che una trama abbia un inizio ed una fine ben definite : che banalità. Come se nulla potesse mai concludersi in un libro così come nella realtà.
Un’idea si può cambiare, una storia ricominciare, ad un punto si può sempre aggiungere una virgola.
Bè io non ci credo.
Per me un film inizia e si conclude, il cerchio si chiude ed è la fine la più importante.
Io non ho nulla di democratico, non quando leggo.
Io sono un’assetata di ultime righe, voglio vedere cosa succede nero su bianco e non rimanere a fissare il vuoto con un’espressione da ebete pensando a quale taglio di capelli avrà deciso di farsi la protagonista che abbiamo lasciato dal parrucchiere.
Se tutto scorre allora a me piace costruire dighe, almeno nei libri.
Sì perchè se è vero che coi romanzi e con i film ci astraiamo anche solo per un paio d’ore dal nostro mondo, allora io voglio un finale che non ammetta repliche, lo voglio netto, deciso,chirurgico.
Voglio i titoli di coda che non vedo scorrere quando prendo una decisione che, in fondo, non è mai davvero definitiva.
Voglio il punto e a capo che non sempre riesco a mettere, voglio il vissero felici e contenti che raramente ho visto per strada.
Ecco a me piace l’ultima pagina, mi piace proprio tanto perchè non mi lascia troppe strade aperte né la paura di doverne intraprendere una.
Mi presenta i fatti per come si sono svolti e accetto le conseguenze di scelte che, purtroppo, ha preso lo scrittore al posto mio.
Per fortuna, comunque, si parla solo di libri o poco più.
Forse.

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