Schermi di carta 2, Asti. Quando la letteratura incontra il cinema, quando il genio dei grandi incontra l’innocenza degli emergenti, ecco che nasce una manifestazione che non è solo belle pellicole, non è solo arte, non sono solo parole eppure è tutto questo.
C’è chi ha messo gli occhi attraverso le sue mostre, chi ha messo la testa e qualche virgola per scolpire nero su bianco la propria versione, c’è chi ha messo braccia, bocca e il corpo tutto per dar colore alle parole. Il cuore, quello lo abbiamo messo tutti.
Ho avuto l’onore di introdurre “il grande Gatsby”, ho avuto l’onore di collaborare e di far interpretare il mio testo, che in realtà è diventato il nostro, da Simone Coppo.
Chiudete gli occhi se potete, guardate adesso Simone, guardate adesso il nostro Gatsby.
Verde. Là, un piccolo punto verde, una lontana speranza.
Il tuo banale molo di legno, il mio porto sicuro.
La speranza che guardavo con lo sguardo fisso, sognando di raggiungere quella luce…di raggiungere te.
Senza comprendere che il verde non è solo speranza, è anche il colore di chi si nasconde dietro quattro
mura, di chi alla luce preferisce guardare il palo che la sostiene, grigio e freddo acciaio.
Senza comprendere che il verde è anche il colore della paura.
Sono in alto, poco più su della mia torre che tanto ti piaceva. C’era molto bianco, sai? Il bianco delle mie
bugie, innocenti. “Il fine giustifica i mezzi” …già. E tu, solamente tu, eri il mio fine.
Mi ero armato di calici di champagne, avevo indossato la mia uniforme col papillon, un po’ di brillantina per
proteggere il capo, ed ero entrato in guerra.
Tu eri il mio obiettivo, una terra che mi era stata ingiustamente rubata e ora volevo… dovevo, dovevo
riprenderti, portarti in salvo da tutto ciò che non ero io, da tutto ciò che non ti avrebbe resa infinitamente
felice.
Al tuo pallido faro verde io rispondevo con le mie luminarie bianche immacolate, candide come il nostro
sentimento. Come il mio.
Al buio del tuo cuore io opponevo le paillettes scintillanti di cui riempivo la mia casa, di cui avrei riempito la
nostra casa.
Avevo indossato una maschera con tutti solo per poterla togliere al tuo cospetto insieme alla camicia di
lino, leggerissima, e ai pantaloni neri, pesanti, troppo. Avevo riempito la mia casa di sconosciuti per poter
rimanere solo con te.
Tu non sei mai stata un libro aperto, le pagine di un libro sono in bianco e nero mentre ai miei occhi tu
eri giallo, arancione, verde poi di colpo rosso, violetto e ancora tutti i colori insieme dentro la tua anima,
dentro il tuo corpo nudo. Ti ricordi le carezze che sapevano di primavera? Ti ricordi i baci rubati nel parco
e quelle parole come petali? Ecco io non ho vissuto che per quei momenti, quei brevi attimi che non
fuggivano, non dalla mia testa.
Noi, solo noi al centro esatto della mia stanza, al centro esatto dei miei desideri. Fermiamoci, non usciamo
di qui, non lasciarmi mai. La seta ci avvolge e io mi sento ubriaco di felicità. Guardami negli occhi, dimmi
che mi ami. Dimmi che ami solo me. Dillo al mondo intero, dillo a lui. Dopodiché guidami, portami dove
vuoi, a casa, al mare, o all’inferno fa lo stesso, ti seguirei ovunque, ti ho seguito ovunque. Basta feste,
basta rumore, basta alcol e volti sconosciuti. Sono disposto ad essere perso nel buio, se ho te, che sei il mio
sorriso, il mio faro nella nebbia.
È stata tutta colpa della guerra, è sempre colpa della guerra. Io ero giovane ed inesperto, tu bella
da accecare. E io infatti non vedevo altro che te. Poi quella lettera, la partenza per il fronte, il nostro
giuramento di eterna fedeltà.
Sono venuto a cercarti, sono venuto a prenderti. I cavalli sono passati di moda, posso offrirti la mia
macchina. Ho cambiato nome, sono diventato ricco per te. Ti ho dedicato ogni molecola d’aria che ho
respirato, ho pensato ad un regalo da farti per ogni singolo dollaro guadagnato. Ho aiutato il destino a
venirci incontro, mi sono trasferito di fronte a te.
Eccomi.
Guardami nel mio smoking nero, nei miei occhi puri.
Osservami mentre ti guardo, mentre il cuore quasi cede di gioia, mentre la mia verde speranza brilla nei
miei occhi, riflessa. Lasciati prendere per mano, lascia che ti conduca nelle viscere più profonde della mia
anima giù fino ai lombi. Guidami lungo le tue dita, guidami sul tuo anulare sinistro.
Abbi fede, la mia fede.
Scappa, fuggi, vieni via con me. Torniamo bambini, torniamo innocenti. Lo senti? Riesci a sentirlo? È uno
squillo, è un telefono. No, non è tuo marito, non è il suo tradimento, non è la tua ora. È la nostra ora, è il
nostro momento. Avanti amore il mio numero lo sai, non avrai il tempo di dire pronto che io già sarò da te.
Non aver paura, apri la tua gabbia, spiega le tue ali. C’è un filo ben visibile che collega i nostri apparecchi,
ma invisibile è il collegamento tra i nostri respiri. Non reciderlo, ne morirei.
Forse…forse è davvero colpa mia, forse sono io ad aver sbagliato tutto. Ti ho consegnato la mia vita e la mia
auto, pensavo potessi portarmi lontano fino al centro del mio sognare. E invece no. È che tu. Eh. Tu sbagli
e io non lo sapevo, non pensavo che anche tu potessi fare errori. Ora hai capito la differenza tra freno ed
acceleratore? Sei un’assassina innocente, un’assassina per sbaglio. Hai dato gas quando era il momento di
stare fermi, hai tirato il freno a mano quando avresti dovuto correre fin da me. Io ho mentito per te mentre
tu . Hai solo saputo mentire a te stessa. Eri tu al volante, capisci? Tu alla guida, tu ad averla uccisa. Ed io ti
ho protetta come ho sempre fatto, come avrei sempre fatto. Come nonostante tutto, continuerò a fare,
sino alla fine, ed oltre.
Un colpo al cuore. Uno, solo, preciso. L’esatto momento in cui senti il click, l’esatto momento in cui ti volti e
non alzi il ricevitore, l’esatto momento in cui chiudi la valigia senza sapere dove andrai, l’esatto momento in
cui la luce verde si spegne insieme alle tue speranze. Click. Ricordo ancora quando l’ho udito. Ero in piscina,
mi immergevo e provavo a vedere quanto tempo riuscivo a stare senza ossigeno, quanto tempo riuscivo a
resistere. L’ho sentito, ho percepito che c’era qualcosa nell’aria. Sono riemerso, sono tornato alla realtà per
te perchè solo con te il verde è verde e il grigio scompare. L’acqua fredda gioccolava dalle dita. Una goccia
per volta. Click. Il mio cuore è esploso. Click. Hai chiuso la tua valigia. Click. Come un filo che viene reciso. \E
le due cime cadono lentamente nel buio, lasciando l’eco del silenzio.
Hai buttato la chiave della tua gabbia dopo averla chiusa a doppia mandata, hai lasciato che la felicità
suonasse a vuoto nel tuo salone, senza danzare, hai lasciato che tornassi negli abissi senza di te. Eppure se
chiudi gli occhi puoi vedermi, se tendi la mano puoi sentirmi.
Sei un’assassina,
lo sei.
Ma il nostro amore continua a indicarti la strada. Seguendo le verdi pulsazioni di una speranza.
Testo di Carlotta Marengo
Riveduto e adattato da Simone Coppo
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