Il pullman delle 8:00 è sempre pieno, potrebbero metterne uno ogni minuto che comunque non troveresti un posto a sedere. Sono convinto che ci sia una creatura malvagia che crea cloni di passeggeri solo per dispetto, non trovo altra soluzione logica. Tendenzialmente mi isolo con un po’ di musica o un buon libro ma oggi ho dimenticato tutto sul tavolino nell’ingresso e sarò dunque costretto ad origliare le confidenze della liceale brutta che si lamenta del fatto che il ragazzo più carino della scuola non le chiede di uscire. Tesoro rassegnati, gli uomini iniziano a guardare il cervello solo dopo i ventisette, prima o hai un bel sedere o puoi farti suora.
Siamo stretti già alla fermata, salire sul pullman sarà una gara di contorsionismo. L’autista potrebbe fare il giudice e regalare un viaggio gratis al vincitore, si potrebbero organizzare tornei tra le varie linee, non sarebbe male per niente. Eccolo finalmente il Caronte, il traghetto verso l’ufficio, la morte dell’anima.
Non vi ho ancora parlato del mio hobby che punto a far diventare un lavoro nei prossimi vent’anni: annusatore di deodoranti. Di necessità virtù diceva mia nonna ed eccomi qui, in piedi, schiacciato tra circa otto ascelle per tragitto. Ho provato con l’apnea, avevo fatto anche un paio di gare ma non sono mai riuscito a superare le tre fermate consecutive e io di fermate ne devo fare quindici, capite bene che l’ossigeno è più importante del disgusto così mi sono sforzato di trovare il lato positivo della mia orrenda situazione. Potrei consigliare ad ogni passeggero quale deodorante utilizzare, se quello che hanno messo la mattina contiene troppo alcool o se sarebbe meglio optare per un profumo neutro anziché quello al muschio bianco. Ho anche fatto richiesta di assunzione ad una nota azienda del settore, ho il colloquio a breve.
Un ragazzo col giubbotto militare e l’aria sofferente sale a bordo biascicando che ha molto mal di stomaco ed effettivamente è pallido, quasi cadaverico. Una studentessa gli lascia il posto, un’eroina dei tempi moderni e devo dire che mi suscita molta ammirazione: per me trovare posto a sedere equivale a vincere alla lotteria e di sicuro non cedo il biglietto vincente al primo finto infortunato di turno. Il bus prosegue mentre un signore al mio fianco conclude affari al telefono, indubbiamente è una persona che ci tiene molto alla privacy o più semplicemente è un narcisista e gli piace l’idea di sembrare il Warren Buffet del 5/. Tra un semaforo ed un clacson alla fermata successiva sale una ragazza sui trent’anni e si appiccica alla porta come un topo in trappola, la signora dietro di lei inizia uno strano gioco di sguardi con qualcuno alle mie spalle: annuisce, sorride, parla a mezza bocca. Probabilmente si conoscono. La ragazza sui trenta scende dopo una sola fermata, strano: nessuno aspetta per quindici minuti un bus per poi fare una sola fermata. La signora alle mie spalle dice a gran voce: “Vede? Le facevo segno perché quella ragazza ruba, la vedo sempre e ruba. Si mette vicino alle porte, dà uno spintone e in un secondo ti trovi senza portafogli. Ma io lo dico eh, se io la vedo fare movimenti strani lo dico subito e infatti mi conosce, mi ha vista ed è subito scesa. Che poi uno pensa che sia solo la gente mal vestita a rubare invece questa signora sale sempre ben vestita, non sospetteresti mai e invece zan zan”, ecco svelato il mistero. D’istinto controllo il cellulare in borsa, non so perché ma il mio cervello immediatamente pensa che sia la signora alle mie spalle la vera ladra. In fondo adesso si è conquistata la fiducia di tutti denunciando un furto e la gente è più rilassata, pensa di aver scampato un pericolo, mica ti aspetti che chi urla “attenti al ladro” ti scippi mentre parla. Però sarebbe una tattica infallibile. O forse non mi fido delle persone, non se hanno un pessimo deodorante: il deodorante dice molto sulle persone e questa signora ne ha uno troppo profumato per essere sincera, trasparente.
Una donna incinta mi chiede se scendo alla prossima fermata, mi faccio da parte e la lascio passare. Ora io non so quante donne incinta io abbia visto nella mia vita ma posso assicurarvi che lei ha la felicità dipinta sul viso, ha uno sguardo così luminoso che sicuramente non accende mai le luci in casa. È raggiante e sembra che le malelingue di questo bus non la sfiorino, come se lei stesse volando sopra le teste di tutti, sopra il mondo insieme a quella piccola vita che porta in grembo. Sono sul punto di commuovermi ma improvvisamente mi ricordo che sono le otto e un quarto del mattino e per mia personale attitudine non posso provare sentimenti positivi prima delle otto e trenta. Lei scende e respira a pieni polmoni l’aria pungente del lunedì mattina, io faccio brevi inalazioni di sudori. Proseguiamo mollemente il nostro tragitto. Una ragazza legge Faletti, il vicino tenta di rubarle quelle poche righe che riesce a vedere, Warren Buffet gioca a solitario sul telefono, gli altri guardano il traffico al di là del finestrino.
Avete mai avuto lo strano presentimento che stia per succedere qualcosa di terribile? La netta sensazione che il destino vi stia letteralmente prendendo per il culo? Forse esiste davvero il sesto senso, forse dovremmo ascoltare di più il nostro istinto.
I miei pensieri vengono interrotti dalle grida di quel giovincello col mal di stomaco: “la mia ragazza mi ha lasciato e io le ho sempre detto che non potevo vivere senza di lei, non potevo. Lei è perfetta, è la dimostrazione che Dio esiste, lei è l’amore della mia vita e io non posso vivere senza. Così ho fatto una follia e sono salito su questo autobus per andare in ospedale ma è troppo tardi. Scendete tutti, scendete subito, fermate questa cosa se non volete che diventi la vostra tomba. Io non volevo, io chiedo scusa a tutti. Mi dispiace, mi dispiace davvero.”
Nota importante: se non siete in una cucina e sentite un timer suonare non preoccupatevi, sarete morti nel giro di pochi istanti. Avete mai sentito una bomba esplodere dentro lo stomaco di qualcuno? Immagino di no. Bè per vostra curiosità è come ascoltare il più grande rutto della vostra vita solo che, se riuscite a sopravvivere, vi renderete conto di essere pieni di pezzetti di carne, un po’ come se vi tirassero dello spezzatino in piena faccia, sughetto compreso. Io comunque sapevo che quando si è innamorati si sentono le farfalle nello stomaco, mica le bombe. Probabilmente è più veritiera quella storia della scintilla o meglio della miccia. E non provate ad affannarvi o a fare movimenti strani, succede tutto così in fretta che non avete nemmeno il tempo di sbattere le ciglia, nemmeno il tempo di dire “boom”.
Mentre medici e infermieri tentano disperatamente di salvarmi io sono accanto a loro e guardo il mio corpo senza un braccio. Ho sempre detestato i miei bicipiti eppure adesso trovo che per quanto fossero piccoli mi stava proprio bene il braccio destro. Non preoccupatevi per me, sono già qui, sono già alla prossima fermata. Se sono arrabbiato? Perché dovrei? Sono solo morto, niente d’irrimediabile. Non dovrò più andare in ufficio e se mi va bene posso godermi una bella vacanza alle Bahamas, ho sempre voluto farla. Potrei visitare la Patagonia, immergermi con le balene.
Va bene allora io tolgo il disturbo, ora che nessuno mi vede vado a defecare sulla scrivania del mio capo, speriamo solo che la cacca d’angelo puzzi davvero come quella di un neonato.
Divertente, surreale al punto giusto, ironico a puntino. E poi indossi bene pantaloni maschili 🙂
ml
Grazie mille 🙂