Nei panni di lei. ( Ho fatto l’amore controvoglia II. Lei )

Finalmente Andrea mi ha chiesto di uscire, non posso crederci.
È da due anni che te ne parlo in modo ossessivo e questa sera è la grande sera.
In quarantacinque minuti sono pronta, tempo record. Abbigliamento studiato fino al colore della suola delle scarpe che deve obbligatoriamente abbinarsi alla clip degli orecchini, è tassativo.
Manco a dirlo il risultato è quell’elegante che può sembrare il “scusa ero di fretta mi sono messa addosso la prima gonna che ho trovato nell’armadio”. Non ci si può presentare troppo appariscenti al primo appuntamento, ne va della propria dignità.
Camicetta color crema vedo non vedo con due bottoni aperti, diventano tre se il vino è buono.
Passa a prendermi alle otto e mezza e ho un sorriso così grande che mettere il rossetto risulta più complesso del previsto.
In macchina c’è la radio e non riesco a capire quale genere preferisce, odio non conoscere chi ho davanti.
Mi porta in quel ristorantino sulla piazza giusto accanto al giornalaio, sai quello con i tavolini fuori e le tovaglie rosse. Quello dove lavora Giacomino, cazzo. Si quel Giacomino, quello che mi ha gettata nel cesto delle bambole usate manco fossi stata Patty Bravo e ora ha un senso di colpa grosso come quella collina fuori città. Odio fare pena alla gente, odio fare pena a quel cretino. Ci sediamo e ordiniamo da mangiare. In realtà voglio solo bere, sono tesa e inizio a dire cose senza senso giusto per alleggerire l’atmosfera mentre Andrea sembra perfettamente a suo agio. Dio mi sento il fuoco nelle guance e ne ho ben motivo, il vino fa dodici gradi.
Tengo banco, praticamente un monologo. Lui mi fissa con un sorriso ebete mentre io cerco di cavargli fuori le parole di bocca ma nonostante l’aspetto fisico parla meno di uno scorfano.
Che palle, perchè mi prendo sempre di quelli sbagliati? Dico lo sai che io ci puntavo molto su questo appuntamento, praticamente avevo già deciso il nome del secondogenito prima di salire in macchina (il primo quando mi ha chiesto di uscire) e invece adesso più che andarci a letto non saprei che fare. Si ok non è moralmente corretto, questo Andrea non ti piace davvero e tu non sei un uomo, tu non puoi fare sesso.
Ma sono scema o cosa? Ha un viso che neanche il David, un corpo pazzesco e poi senti sono adulta e vaccinata potrò ben fare cosa voglio no? Si ma cosa voglio? Non farmi problemi, non stasera. Basta paranoie, pregiudizi, oddio ma poi quello che dice, la moglie del fiorista cugina dello zio di mio padre cosa penserà, mi vedrà sicuramente il prete che battezzò il figlio dell’amico di Giulio mio cugino di terzo grado da parte di madre. No, la prendo alla leggera, mi godo il momento. Faccio l’uomo anzi meglio, faccio la donna libera. Bevo due Jagermeister che, anche se non sono Red Bull, mi mettono le ali. Sono carica, spacco il mondo.
Prevedibile come le occhiaie del lunedì mattina, durante la passeggiata digestiva si ferma e fa la mossa del “vediamo se ci sta ma non facciamoci sorprendere” e, questa volta, lo sorprendo io. Non gli do il tempo di fare il grande classico passo indietro che lo bacio. Un bacio di ribellione, di passione che ha il sapore di vittoria sulle mille paranoie di origine probabilmente preistorica. Non era male anche il retrogusto alcolico comunque ma lo sai quanto mi piace questa filosofia da tarallucci e vino, soprattutto vino.
Lo guardo come un leone guarda un cucciolo di antilope e mi sento la versione romana di Eva Kant.
Sta zitto per circa dieci secondi mentre io penso “se non mi chiede di andare da lui mi butto sotto le rotaie, ho pure il completino di pizzo coordinato”.
Mi salva inconsciamente la vita proponendomi “un caffè per toglierci quel gusto amaro dalla bocca”.
Adrenalina a mille manco stessi per salvare il mondo. Sei pronta? Si. Ci credi? Si. È normale parlare da soli quando si è agitati. No questa non era una domanda, era una giustificazione per la mia psicosi.
Saliamo da lui, non ho voglia di perdere tempo con un caffè, non saprei che dirgli. Cerco di appoggiarmi sensualmente sul letto e invece inciampo su un osceno tappeto finto persiano made in china e cado goffamente di faccia sul copri piumone. Mi giro pensando che la mia copertura sia saltata, la panterona è partita, ormai avrò il sex appeal di heidi ai suoi occhi e invece no. Mi prende, mi bacia, mi spoglia e quando sta zitto non è così spiacevole. 
È passionale, dolce, forse troppo. Ora senti ciccio bello non mi rovinare i piani, ma quale dolcezza e dolcezza io voglio sesso! Devo fare la rivoluzionaria mica la ragazza occhi a cuoricino che poi getti in un angolo. Tieni su la maschera, tieni su la maschera. Non ti intenerire qualunque cosa accada anche se dovesse chiederti di sposarlo sta notte. Si perchè le bambole accettano senza opposizione di essere abbandonate mentre io questa volta voglio andarmene da sola. Finiamo, mi abbraccia, mi chiede se voglio fermarmi da lui. M’invento che ho un rito pre-esame con la mia coinquilina e saltarlo è impossibile. Non preoccuparti abito qui accanto vado a piedi. Esco per strada,  non so che ore siano. Accendo una sigaretta e cammino tranquilla. Ho vinto in un gioco con me stessa e ho avuto una degna spalla.
Altro che Risiko.
Guarda un po’, mi sta chiamando proprio adesso.
Non rispondo, un bel gioco dura poco.

2 pensieri su “Nei panni di lei. ( Ho fatto l’amore controvoglia II. Lei )

  1. Che tensione. Sino all’ultima riga.
    Ed adesso, quel telefono che squilla.
    E se non dovesse richiamare, le domande che pescano dallo stomaco un dolore disarmante.
    E le attese.
    Attenderó il prosieguo.

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